adattare la cooperazione all’emergenza

Si sono fermati gli incontri, i viaggi, il lavoro insieme, il ritrovarsi dei volontari: ma non si è fermata la cooperazione intesa come avanzamento dei progetti, delle discussioni  e delle decisioni prese insieme  restando in continenti diversi.

Ci siamo tutti adattati all’emergenza, ai ritmi diversi di diffusione del Covid a seconda delle latitudini, ad accontentarci di parlarci attraverso piattaforme  di ogni tipo: è così che abbiamo fermato, ricominciato e poi fermato ancora i progetti di contrasto alla malnutrizione in Benin, finanziato e realizzato nelle scuole una campagna di sensibilizzazione alla prevenzione dei contagi , rilanciato il progetto di contrasto alla malnutrizione nei villaggi, il sostegno scolastico nei collèges, coinvolto giovani, professori e personale dell’ospedale nella formazione sulla salute sessuale e riproduttiva gestita dal partner beninese “Tolérance Zero (au mariage des enfants)”.

Abbiamo continuato insieme all’associazione l’Abbraccio, lavorando all’Hopital des Enfants attraverso skype; con la Fondazione Maria Bonino e le donne dei villaggi, con i ragazzi del Centre pour Jeunes avviato grazie alla Tavola Valdese, con i direttori della scuola pubblica della zona di Sokponta.

La cooperazione, o se si vuole, la solidarietà internazionale, sono diventati per la cooperativa Minerva – progetto Altrafrica un processo maturo, capace di riprodursi ed espandersi, un vaccino intangibile a contrasto delle disuguaglianze.

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