Oggi l’Innovazione Sociale si presenta come sviluppo e superamento dei concetti tipici della Corporate Social Responsibility (CSR) che ha caratterizzato per lungo tempo la teorica assunzione di responsabilità verso il pubblico da parte delle imprese con la dichiarata disponibilità a modelli di business sostenibili.
La CSR comunemente intesa non funziona più, perché espressione più o meno diretta di logiche di “charity” e filantropia o perché, ancora più spesso, semplice applicazione di logiche di marketing e di pubbliche relazioni. La CSR è focalizzata soprattutto sulla limitazione degli aspetti negativi. Le compagnie spesso
la considerano solamente un esercizio per proteggere la loro reputazione e per eliminare
un comportamento irresponsabile (vero o presunto) tenuto in loco o altrove.
Così questa viene interpretata dai più come una pratica utilizzata dalle imprese per “compensare” in qualche modo i danni che esse stesse arrecano alla società e all’ambiente in cui operano per il loro modo di produrre e di fare profitti. Anche per le imprese stesse la CSR sia una tassa da pagare per qualcosa di inevitabilmente e fisiologicamente negativo che infliggono al mondo esterno che da questa è danneggiato, lontano, e sicuramente non partecipato, per quanto curato ed elegante sia il report di fine anno del bilancio sociale.
La nozione di CSR non è univoca né così familiare a buona parte del mercato italiano; e, soprattutto, ancora meno diffusa è la conoscenza di eventuali modelli alternativi a quella.